Che cos’è la cardioversione elettrica esterna?
La cardioversione elettrica esterna (CVE) è una procedura che consiste nella somministrazione di uno stimolo elettrico che è in grado di interrompere aritmie cardiache eseguendo un ripristino del normale ritmo cardiaco.
E’ una procedura che spesso si effettua in elezione al fine di ripristinare il normale ritmo del cuore, tuttavia in alcuni casi aritmie come la fibrillazione atriale, la tachicardia parossistica sopraventricolare o le aritmie ventricolari maligne, ovvero la tachicardia ventricolare sostenuta, la torsione di punta e la fibrillazione ventricolare, possono compromettere a tal punto l’attività cardiaca da richiederne l’esecuzione immediata.
In quali casi si effettua la cardioversione elettrica in regime elettivo?
Nei casi elettivi e cioè come tentativo di ripristino del ritmo sinusale normale del cuore in pazienti affetti da fibrillazione atriale o flutter atriale, la cardioversione elettrica esterna è una procedura che deve essere preceduta da un adeguato periodo di terapia anticoagulante o eventualmente dall’esecuzione di un ecocardiogramma transesofageo volto ad escludere la presenza di trombi in atrio sinistro, la presenza dei quali controindicherebbe la procedura di cardioversione stessa. Prima di effettuare la cardioversione è necessario un periodo di digiuno di almeno 6 ore.
Come si effettua la cardioversione elettrica?
La cardioversione elettrica esterna viene effettuata in sedazione profonda ottenuta attraverso l’utilizzo di farmaci ipnoinduttori e anestetici. Il paziente non avverte quindi alcun fastidio e non è quindi in anestesia generale. L’esecuzione prevede l’erogazione mediante un defibrillatore di una scarica elettrica sincronizzata bifasica, attraverso due placche metalliche posizionate sul torace del paziente. Solitamente il ripristino del normale ritmo cardiaco si ha nel 75-90% dei casi nella fibrillazione atriale di recente insorgenza e nel 90-100% in caso di flutter. E’ doveroso sottolineare tuttavia che seppur molto spesso efficace nel ripristino del ritmo sinusale, la cardioversione elettrica esterna non è una procedura curativa e spesso l’aritmia tende a recidivare.
Cosa avviene dopo l’esecuzione della cardioversione elettrica esterna?
Dopo la procedura il paziente rimane in osservazione circa 6-7 ore al termine delle quali potrà essere dimesso. A causa degli effetti residui dei farmaci utilizzati per la sedazione, ai pazienti viene vietata per 24 ore la guida di veicoli. Molto spesso, per diminuire il rischio di recidive, il cardiologo prescrive una terapia anti-aritmica anche dopo il ripristino del ritmo sinusale. Le successive valutazioni cliniche e strategie terapeutiche vengono pianificate caso per caso.